Uscita nr. 00 - 18 Febbraio – Giro Aperitivo – Km 60 – partenza ore 08,30
20066 Melzo MI, Italia
Uscita nr. 00 - 18 Febbraio – Giro Aperitivo – Km 60 – partenza ore 08,30
Bussero, Pessano con Bornago, Caponago, Omate rondò, Burago Molgora, Vimercate tangenziale sud, Ornago, Santuario di Ornago, Roncello, Busnago, Trezzo d’Adda, Capriate San Gervasio, Filago, Grignano, Brembate, Zingonia, Ciserano, Pontirolo Nuovo, Treviglio, Badalasco di Fara Gera d’Adda, Cassano d’Adda, Trecella, Pozzuolo Martesana, Melzo, Gorgonzola, Pessano con Bornago, Bussero.
Durante il giro, sosta con aperitivo a Melzo presso - La Caffetteria – in Piazza Vittorio Emanuele II°,20 dalle 11,00 in avanti, offerto dalla A.S.D. Macallesi ai partecipanti al giro ed ai soci presenti per iniziare bene la stagione 2018. Dato che lo sorso anno ci siamo trovati bene abbiamo deciso di riprovarci.
NOTIZIE DI CARATTERE STORICO GEOGRAFICO:
Melzo (Mèlz in dialetto milanese) è un comune italiano di 18 710 abitanti[1] della città metropolitana di Milano in Lombardia. Dista circa 20 km da Milano, 35 da Bergamo e 15 dall'aeroporto di Linate.
Le presunte origini etrusche che secondo la tradizione deriverebbero dal toponimo Melphum o Melpum ricordato da Plinio il Vecchio - rappresentata di conseguenza nella cartografia dell'Italia Gallica sive Gallia Cisalpina di Abraham Ortelius - non sono mai state provate, né esiste un ritrovamento archeologico in grado di confermarle. Più probabile la denominazione derivante da un nome germanico (Cfr: Fostermann).
Ma i toponimi nei tempi antichi mutavano frequentemente e quindi non sono da rigettare le successive denominazioni assunte dall'antica Melpum nel corso dei secoli: "Melzo" in epoca medievale era "Mellesiate" (citato da un documento del IX secolo) e poi Melesiate e Meleso (secc. XII-XIII) nome che ricorre diverse volte in carte milanesi coeve[3]. Melzo ebbe le proprie sorti assai presto legate a quelle della vicina Milano, a partire soprattutto dalla fine del XIII secolo quando, con l'aprirsi del conflitto tra Visconti e Torriani, si inaugurarono anche per la realtà melzese tre secoli di guerre.
In virtù della propria posizione geografica e a causa dei mutati equilibri politici fra Milano e Venezia, Melzo visse come realtà di confine i frequenti capovolgimenti di fronte, che durante tutto il Quattrocento videro confrontarsi il ducato visconteo-sforzesco e la Serenissima: prima l'episodio leggendario dell'eroina Agnese Pasta che guida un'improbabile rivolta femminile pro-sforzesca contro i soldati veneziani, che occorre più realisticamente interpretare come una protesta contro miseria e violenze, e più tardi la concessione del feudo alla giovanissima nobile milanese Lucia Marliani, della quale il duca Galeazzo Maria Sforza si era perdutamente innamorato, costellarono un secolo destinato a chiudersi, alla caduta del nuovo duca Ludovico il Moro per mano dei Francesi, con la consegna del marchesato di Melzo a Gian Giacomo Trivulzio, condottiero di Luigi XII e capostipite di una dinastia che si imporrà per quasi due secoli di storia melzese, caratterizzati dai fasti voluti dal casato per abbellire le proprie dimore e gli edifici più rappresentativi del borgo e da una complessiva stabilità sociale ed economica.
Animato sin dal 1513 dall'appuntamento settimanale del mercato, il giorno di martedì, l'assetto produttivo melzese, anche dopo l'uscita di scena dei Trivulzio, restò a lungo prevalentemente centrato sulle attività agricole - con una vocazione di antiche origini per il settore caseario – alle quali dal Seicento si affianca la prima realtà protoindustriale di una fornace per mattoni. Occorrerà tuttavia attendere la fine del Settecento, con la comparsa delle prime filande, per assistere al concreto avvio di quella nuova fase dello sviluppo cittadino – significativamente segnata anche dall'apertura dell'ospedale delle Stelle, voluta nel 1770 dall'amministrazione asburgica di Maria Teresa d'Austria – che fra Ottocento e Novecento riconfigurerà completamente sia l'aspetto sin lì lungamente immutato del borgo sia le abitudini di vita della sua popolazione.
Nel 1838, con la ripresa dell'attività manifatturiera dopo un momentaneo periodo di stallo, è la lavorazione della seta a rappresentare il motore trainante della prima industrializzazione melzese, con un rapido travaso di manodopera dal settore agricolo a quello tessile che – esaurito il momento di massima espansione degli stabilimenti tessili (Casanova, Ornago, Peroni, Gavazzi) si sposta verso l'industria chimica: nel 1907 la Edison sposta a Melzo la produzione degli accumulatori Tudor, costruendo una fabbrica che resta attiva durante i due conflitti mondiali. Per quasi un secolo la Tudor è la più importante realtà produttiva di Melzo arrivando a impiegare 500 persone da tutte le zone circostanti. Più tardi Melzo si orienterà decisamente verso quell'industria casearia che, nel passaggio di secolo e fino alle soglie della Seconda guerra mondiale, è ormai venuta configurando l'antica vocazione produttiva di un borgo nella realtà di un polo alimentare di rilevanza nazionale, grazie all'attività di Galbani e Invernizzi.
Attraversate le dinamiche sociali ovunque connesse al fenomeno dell'industrializzazione – lotte sindacali, sovraffollamento della popolazione inurbata, nuove realtà abitative e familiari – e trascorsa l'interruzione dolorosa del secondo conflitto mondiale, Melzo si presenta agli ulteriori appuntamenti della crescita economica post-bellica con le questioni legate all'immigrazione, e dunque all'ulteriore aumento della popolazione, e alla crescita indiscriminata del tessuto urbano: gli interventi di gestione avviati a partire dagli anni settanta, intesi soprattutto al controllo del versante urbanistico – con il Piano Regolatore e i piani di recupero per il centro storico – introducono in qualche misura all'ulteriore riconversione della realtà economica melzese a quel terziario avanzato la cui conclusiva affermazione, ancora in tempi recenti, appare quasi esemplarmente riassunta dall'apertura del cinema multisala Arcadia. Anche Melzo aveva la sua scormagna, fino agli anni Cinquanta-Sessanta: i melzesi erano definiti "i oreggiatt de Melz" (pronuncia: i uregiàt de mels).
Altre date
- 18 Febbraio 2018 08:30 - 12:00
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